Unioni civili, da Spettacolo e Cultura appello al Parlamento

È’ di oggi l’articolo de Il Messaggero che informa circa la presa di posizione da parte di Spettacolo e Cultura sulle unioni civili , con un appello al Parlamento: «Approvate la legge, milioni di italiani aspettano». Sul sito di change.org la lettera rivolta ai parlamentari italiani per l’approvazione del ddl Cirinna’. Una raccolta firme di circa 400 personaggi dello spettacolo e della cultura, non molti direi rispetto al panorama artistico italiano, eppure l’articolo enfatizza il tutto.

imageEvidentemente chi ha firmato la lettera non ha ben letto il ddl sulle unioni civili e non si è soffermato su quegli articoli che danno diritto ad alcuni, togliendo ad altri i propri, come quello dei bambini ad avere una famiglia costituita da una mamma ed un papà.

“La legge Cirinnà è già frutto di numerosi compromessi con un Parlamento che, in nome di una presunta difesa dell’infanzia, sceglie di ignorare i bambini italiani che oggi crescono privati dei loro diritti», si legge nell’appello firmato dall’artista Sebastiano Mauri. Mi verrebbe da chiedergli a quali bambini italiani privati dei loro diritti faccia riferimento, per caso a quelli comprati all’estero con la  pratica dell’utero in affitto e portati in Italia privandoli della madre? O a quei bambini avuti tramite la pratica dell’inseminazione eterologa e privati di un padre? Perché in tal caso concordo, ci sono bambini in Italia che sono stati privati dei loro diritti, del diritto ad avere una mamma ed un papà e del diritto ad essere considerati individui e non merce che si compra per soddisfare il proprio desiderio genitoriale. Questi diritti reali ed imprescindibili dei bambini però non vengono tutelati dal ddl Cirinna’ che anzi apre la strada alla loro delegittimazione.

Mauri continua :«Se comparata alle leggi vigenti nei Paesi a noi vicini e affini, questa legge, oltre ad arrivare ultima in Europa occidentale, garantisce il minimo dei diritti alle persone LGBT”. Anche qui si sbaglia, evidentemente non si è informato prima di scrivere la lettera, ma ci sono diversi paesi Europei che non si sono fatti ” imporre” la nuova ideologia del gender ed hanno rinunciato a legiferare sul matrimonio omosessuale, vedi non ultima la Croazia, dove i rappresentanti politici che hanno caldamente sponsorizzato le unioni civili non sono stati rieletti dal popolo.

E per l’Italia, dal popolo numeroso del family day:#noiciricorderemo.

 

 

 

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