Comunque rimanere in attesa in un pronto soccorso ortopedico e’ quasi una scuola di vita, per non dire un percorso antropologico. L’umanità è rappresentata in tutte le sue sfaccettature, così variopinta.
La signora quasi ottantenne (e non glieli daresti mai) di una simpatia e loquacità disarmanti, tiene banco raccontando della sua famiglia, dei suoi figli e bis nipoti . Una madre con i figli adolescenti coglie l’occasione per instaurare una nuova intimità iniziando discorsi sull’amore, i rapporti interpersonali e le amicizie. Ci sono i nonni sfiniti ed anziani insieme ad una nipotina vivace che vaga per l’ospedale raccimolando gelati, caramelle e patatine. Che poi a veder bene le cose , in ogni momento della vita, quello che conta è la famiglia.
Ed infine ci sono i silenziosi, che si chiudono in loro stessi talmente bene che non si accorgono neanche di essere stati chiamati dall’infermiera.
Intanto la sala di attesa del pronto soccorso si anima come la piazza di un piccolo paese ed io sono in attesa del mio turno con un unico pensiero :”speriamo siano bravi “. Il responso alla prossima puntata.