Il silenzio del luogo sacro

Ci sono diversi luoghi sacri che richiedono rispetto. Ma spesso questo rispetto non è dato, anzi molti non si rendono neanche conto della loro sacralità ed assumono atteggiamenti non consoni al posto  e spesso anche fastidiosi per chi invece capisce l’importanza di alcuni siti.

Tra i tanti luoghi sacri, quello che,  forse,  più frequentemente viene violato  è il bagno.

In pochi rispettano la sua sacralità,  infastidiscono con i loro atteggiamenti di disturbo ed il continuo parlare chi invece vi ricorre per meditare e per rimanere in silenzio.

Ecco, io sono una di quelle persone che riconosce nel bagno un luogo sacro, un luogo dove si entra in punta dei piedi, quasi come per paura di distrurbare, in silenzio, sottovoce.

Sono una di quelle persone che si sente profondamente infastidita da chi invece vi entra chiassosamente, prolissi di parole e concetti, presi dal continuo dover fare.

Non tollero che, mentre sono intenta nel fare i miei bisogni, mi si importuni con domande, chiacchere…le mie cose le devo fare in solitudine ed in perfetto silenzio, al massimo devo sentire solo la voce dei miei pensieri (sempre che i pensieri abbiano una voce).

Ed invece no,  questo non accade. Spesso mi ritrovo a dover dare risposte di lavoro nell’atto di fare qualcos’altro, interpellata dalla collega di turno al di là della porta. L’ufficio è infatti il luogo per antonomasia dove il bagno è maggiormente violato, dove non è riconosciuta e rispettata la sua sacralità. Eppure la costituzione tutela la libertà di religione, ma sembra che il mondo del lavoro non riconosca la sacralità del bagno. Ci si deve perciò adattare a questa violenza e si impara a rispondere al di la’ della porta chiusa, anche se si vorrebbe poter gridare un enorme : ” DO NOT DISTURB!!”

 

 

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