Un tempo li chiamavano Harmony

Un tempo li chiamavano Harmony, quei libretti, romanzi, storie o come li volete chiamare, che erano rivolti al genere femminile in cerca di una storia d’amore un pò hard, senza troppe aspettative. Erano suddivisi per categorie, colori e chi li comprava sapeva cosa si sarebbe dovuta aspettare da quel tipo di lettura.

Ora nelle librerie sotto il genere “letteratura rosa” si trovano diverse tipologie di libri e scrittori più o meno noti, dalla Kinsella con la “saga” di ” I love shopping” ( che sinceramente adoro) ai libri di Nicolas Sparks ( che , a mio avviso, descrive molto bene i sentimenti del genere umano). Ma purtroppo in questa categoria di libri e sotto mentite spoglie si nascondono anche gli pseudo Harmony o perlomeno le trame e le descrizioni richiamano la catena di libri.

Sono andata alla Feltrinelli in cerca di un libro divertente, senza troppe pretese, ma con una storia, quella che nel genere cinematografico si potrebbe definire una commedia romantica  e mi sono imbattuta nel libro ” Non mi piaci ma ti amo” di Cecile Bertod , ED. Newton Compton Editori, invogliata anche dal prezzo ( 4,90 euro) l’ho comprato.  Il riassunto della trama del libro è il seguente :” Si sono conosciuti da piccoli e si sono detestati. Ma adesso un testamento li obbliga a sposarsi…” . Una trama perfetta per una bella commedia in stile americano, divertente, senza troppe pretese ed anche un pò romantica.

nonmi piaci

Purtroppo il  libro è una serie di visto e rivisto o per meglio dire letto e riletto,  le caratterizzazioni dei personaggi sono fatte con gli stampini , prese qua e là. Ma il vero problema non è questo, il problema è che il libro è una delle peggiori versioni di un Harmony, dove l’amore ed il sentimento sono solo successivi, lievemente accennati  e sembrano quasi secondari all’atto sessuale, con lo stereotipo della donna che potrebbe anche dire no, ma vuole dire si, che non condivide, ma visto che ci si trova accetta; dell’uomo maturo che invece è immaturo nei sentimenti, che fa il duro ed invece duro non è, talmente orgoglioso della propria virilità, da dover ostentare qua e là la propria “presenza ” fisica. Per non parlare della descrizione molto superficiale degli eventi e dei personaggi secondari.

Mi spiace tanto per la scrittrice , una donna che descrive il genere femminile così sentimentalmente vuoto, privo di una profondità e di un rispetto di se, senza alcuna maturità. Sembra un libro scritto tanto per fare e quadagnare qualche euro.

Lo so che non mi sarei potuta aspettare molto da un libro con questo titolo, non pensavo infatti  di acquistare un romanzo da primo in classifica, profondo ed impegnativo, ma neanche un libro spazzatura. Quello che più mi infastidisce è che la caratterizzazione di questi personaggi sia uscita dalla penna di una donna. Peccato , un’occasione persa.

Spero che Cecile Bertod sappia fare di meglio in futuro, visto il suo umorismo potrebbe, raddrizzando di molto il tiro, diventare la Kinsella italiana.