La Cassazione: ok ai bambini arcobaleno

” Da Cassazione: ok ai bambini arcobaleno”. E’ così che titola la Cirinnà, sul suo sito internet, l’articolo con cui  proclama una pseudovittoria sulla stepchild adoption, ricorda , con qualche lacrima vittimista, gli articoli depennati dal testo delle unioni civili che riguardavano i bambini e la genitorialità delle coppie omosessuali e richiama ai diritti dei bambini che sono, così afferma  nel testo,  tutti uguali; peccato però che, proprio nel titolo del suo articolo,  lei stessa questa uguaglianza non la riconosca ed anzi divida i bambini in: bambini normali e bambini arcobaleno. Evidentemente per lei ci sono distinzioni tra i bambini nati e cresciuti in una famiglia composta da un padre e da una madre e quelli nati e cresciuti in una famiglia costitutita da due mamme o due papà. Io, se non fosse per la differenza nei genitori e nelle loro scelte d’amore o di egoismo ( a voi decidere) , li vedrei tutti ugualmente bambini. Tutto questo colore in quelli delle coppie omosessuali sinceramente non lo vedo.bambini arcobaleno

Nel suo stesso articolo l’On. Cirinnà afferma :” A chi dice “difendiamo i nostri figli” rispondo “difendiamo tutti i figli”. Perchè i bambini sono tutti uguali, meritano tutti gli stessi diritti e la stessa dignità”, riferendosi evidentemente  a quella moltitudine di italiani che il 30 Gennaio si sono incontrati al Circo Massimo per dire il loro “NO” all’utero in affitto, all’adozione per le coppie gay, alla compravendita dei bambini e degli ovuli, allo sfruttamento delle donne, in nome di un desiderio egoistico di genitorialità. Il “difendiamo i nostri figli” non era certo rivolto solo ai figli delle coppie naturali, ma proprio a tutti i figli, perchè tutti i genitori hanno la responsabilità di difendere il benessere ed i diritti di tutti i bambini.

“A chi afferma – aggiunge – che in Italia è in corso una sovversione antropologica dico, con grande rispetto, che si è solo all’inizio di un percorso normativo, richiestoci ripetutamente dalla Corte europea e dalla nostra Corte costituzionale, che riconosca pienamente diritti e uguaglianza a tutte le famiglie”. Anche su questo punto avrei qualcosa da obiettare, visto che non è detto che ci dobbiamo far comandare dall’Europa ed imporre leggi contrarie alla natura dell’uomo, inoltre la questione non verte sull’uguaglianza di tutte le famiglie , ma sulla tutela dei bambini che hanno diritto ad avere una mamma ed un papà e che non possono e non devono essere oggetto di compravendita. coppia omo I bambini non possono e non devono essere ordinati come merce su di un catalogo, privati della loro madre o del loro padre ( figure importanti per la crescita psicologica ed affettiva ), privati della loro storia biologica, della loro genealogia e del loro patrimonio genetico, privati del poter esprimere il loro desiderio ad avere una mamma ed un papà. Le donne non possono e non devono essere oggetto di commercio,  il loro utero, le loro ovaie, i loro ovuli non possono essere gestiti come una compravendita di prodotti da riproduzione, pompate di ormoni fino a rischiare la salute se non la vita in cambio di qualche soldo.

In quattro righe di articolo ha scritto una serie di luoghi comuni ,tanto  in voga in questo ultimo periodo, privi di ogni verità, mascherando da finto buonismo una pratica vergognosa che lede le nuove generazioni.

Comunque , volendo precisare, la sentenza 4386/2016 della Cassazione, riguarda delle persone in carne ed ossa ed una bambina che volontariamente ed a priori è stata privata del padre. La sentenza, infatti ,riporta :” La nascita di A è stata il frutto di un progetto genitoriale maturato e realizzato con la propria compagna di vita, la decisione di scegliere la O , più giovane, ai fini della gravidanza, è stata dettata dalle maggiori probabilità di successo delle procedure di procreazione medicalmente assistita effettuata in Spagna”, ma non evidenzia in alcun modo il fatto che in Italia tale pratica sia illegale e quindi non praticabile, che la bambina un padre, donatore dello sperma, ce l’ha, ma ne è stata privata per scelta delle “madri” e dietro pagamento di una somma , compenso di una compravendita.