La battaglia dei numeri

imageIeri si è svolto a Roma il Family Day con una grande partecipazione di famiglie da tutta Italia, genitori con i propri  figli,anche in carrozzina, nonni e nonne, single, senza alcuna distinzione di fede,di sesso o di partito. Il popolo delle famiglie  è sceso in piazza per difendere i più piccoli ,i bambini ed il futuro della società.
The day after, per dirla all’inglese, sono iniziati i balletti dei numeri, con il calcolo geometrico delle misure di ogni zolla del circo Massimo, che penso non sia stata fatta neanche all’epoca di Benur. imageChi dice che erano presenti 2.000.000 di persone, chi 300.000, chi forse 800.000 ed iniziano i confronti con i numeri dichiarati nelle manifestazioni più disparate che si tennero, in anni ormai passati ed in contesti palesemente diversi,al Circo Massimo. Non si tiene conto infatti che il Family Day è una manifestazione delle famiglie, costituite da un padre, una madre e dei figli che hanno le età più disparate: dai pochi mesi alla maggior età. imageAvete mai pensato cosa significa per una famiglia con figli piccoli intraprendere un viaggio di un solo giorno? Caricare carrozzine, cambi, pranzo, merenda ed attrezzarsi per tutto l’occorrente per stare due ore in un luogo, durante una giornata nuvolosa e con rischio di pioggia? Per non pensare a chi sarebbe partito per il Family Day, ma uno dei figli si è ammalato visto che gira l’influenza e quindi manda in rappresentanza il consorte?
Per me quelle famiglie presenti a Roma, quelle persone, sono degli eroi, senza se è senza ma sono partiti per far sentire alla politica italiana la loro voce, per essere presenti ad una manifestazione di sole due ore. Viaggi lunghi e costosi con figli a carico per affermare qualcosa in cui credono fermamente: l’importanza della famiglia costituita da un padre ed una madre e che i figli non si comprano.
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Ieri come sapete c’ero anche io e mi son messa a fotografare la piazza, la marea di persone presenti, le foto che vedete sono quelle che ho scattato, quindi non ritoccate da nessuno. Non so quanti eravamo, non mi sono messa a contarci, ero più presa dal sentire cosa dicevano dal palco, ma eravamo tanti.
Oggi il balletto dei numeri sui giornali e sui social, i Tg hanno parlato poco dell’evento. Ed il balletto dei numeri sui social si è esteso anche ad altro e qui forse inizia la parte comica (meglio ridere per non piangere): in quante famiglie tradizionali costituite da un padre ed una madre si compiono abusi e tradimenti rispetto alle coppie omosessuali.image E giù con la pubblicazione di tristi e macabri articoli con bambini violati per affermare le proprie convinzioni sia da parte di eterosessuali che da parte di omosessuali. Ma veramente crediamo che il marcio, quello che di brutto può uscire in una relazione dipenda dalla sessualità di una persona? Si può far del male deliberatamente o involontariamente all’altro sia se si è eterosessuali che omosessuali, perché la debolezza è insita nell’uomo. Quanto deprimenti sono queste diatribe condite da luoghi comuni. Si può discutere, ci si può confrontare, si può anche rimanere ognuno nelle proprie convinzione (è questo il bello dell’essere diversi), ma utilizzare dolori altrui per avallare le proprie tesi e la propria battaglia insensata dei numeri la trovo una cosa deprimente.

In ultimo vi vogli lasciare il messaggio che questa piazza ha rivolto a Renzi, spero che si legga nella foto.

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